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Come difendersi dalle fake news è una discussione di assoluta attualità soprattutto nel rapidissimo mondo online.
Proprio la presenza delle Fake News sta costringendo il giornalismo in particolare e la divulgazione di informazioni in generale ad affrontare un’epoca durissima.
La proliferazione di notizie false in tutto il mondo sta trovando terreno fertile soprattutto sul WEB.
Come si è visto in particolare nell'ultimo anno, le piattaforme digitali hanno reso significativamente più facile la diffusione di tali notizie e cospirazioni su argomenti sensibili (basti pensare alla pandemia e alle proteste razziali).
A peggiorare ancora di più la situazione è l'emergere dei cosiddetti deepfake. Si tratta di contenuti multimediali come foto, audio e video quasi realistici grazie all’intelligenza artificiale ma totalmente falsi.
La buona notizia è che, nonostante la tecnologia abbia stimolato il problema, è la stessa tecnologia, ed in particolare la blockchain, ad offrire una potenziale soluzione per combattere la crescente minaccia della disinformazione digitale e delle fake news.
Vediamo più nel dettaglio come.
Per poter comprendere pienamente la potenza della Blockchain nel contrastare il problema fake news, bisogna innanzitutto conoscerne le basi.
Bisogna sapere che i sistemi blockchain utilizzano un registro decentralizzato e immutabile per registrare i dati. Tutto ciò rende impossibile modificare queste informazioni una volta create.
Una delle applicazioni sicuramente più conosciute della blockchain è quella collegata alle criptovalute. Ma le caratteristiche di questa tecnologia la rendono un valido strumento per tenere traccia non solo delle risorse finanziarie, ma di ogni tipo di contenuto.
Parte di ciò che rende così difficile combattere le fake news, i deepfake e altri tipi di disinformazione è che oggi non è ancora possibile identificare e rispondere ai fake media.
La blockchain potrebbe combattere la falsa informazione grazie ad un meccanismo.
Nello specifico, ci sono tre modi in cui la blockchain può affrontare la disinformazione digitale:
Il primo modo per difendersi dalle Fake News è tracciando e verificando fonti e altre informazioni critiche per i media online.
I giornalisti, le redazioni, le case editrici possono utilizzare la blockchain per creare un registro di tutte le immagini e i contenuti che hanno pubblicato, rendendo verificabili da chiunque informazioni come didascalie, luoghi, consenso alla fotografia, proprietà del copyright e altri metadati.
Il New York Times, ad esempio, attraverso il suo News Provenance Project sta già esplorando questa soluzione.
In generale la blockchain offre un meccanismo per verificare da dove proviene il contenuto e come potrebbe essere stato manipolato durante il suo “viaggio digitale” verso il consumatore finale.
Tradizionalmente, era l'editore la fonte primaria della reputazione di un contenuto.
Tendenzialmente, ancora oggi, è più probabile che il pubblico creda che un articolo sia accurato e veritiero se lo trova su “Il Sole 24 Ore” piuttosto che su un sito web poco conosciuto.
Tuttavia, l'affidarsi solo alla reputazione basata, in questo caso, sulla testata giornalistica comporta alcune limitazioni.
Inoltre, considerato che i media digitali sono anche guidati da entrate pubblicitarie basate sui clic, anche le pubblicazioni affidabili sono sempre più incentivate a dare la priorità al coinvolgimento rispetto alla chiarezza.
In questo modo diventa difficile distinguere il giornalismo vero dalla propaganda guidata dagli interessi.
Un sistema basato su blockchain può quindi sia verificare l'identità di un creatore di contenuti sia tenere traccia della sua reputazione.
Inoltre, la blockchain può essere utilizzata per tracciare la distribuzione dei contenuti, offrendo sia ai consumatori che agli editori e giornalisti una maggiore e migliore visibilità sulla provenienza della disinformazione.
Infine, uno degli aspetti più impegnativi della promozione di informazioni accurate è, come accennato prima, che i creatori e i distributori sono fortemente incentivati a generare clic. Queste interazioni sono spesso generate da contenuti sensazionalistici piuttosto che da notizie reali.
Reti come Google hanno promesso di muoversi per combattere la disinformazione, ma, in realtà, non sono per niente incentivate a fermare questo flusso di interesse verso contenuti ad effetto che generano denaro.
In questo caso, i contratti intelligenti basati su blockchain offrono un meccanismo per automatizzare il pagamento di contenuti verificati secondo standard di qualità predefiniti.
Sono nate, però, alcune startup , non interessate alla divulgazione di fake news. Queste mirano a supportare, tramite blockchain, giornalisti e cittadini che pubblicano informazioni accurate e veritiere.
E c’è da giurarci, che proprio tali iniziative diventeranno in breve tempo garanzia contro le Fake News.
Infatti, sebbene la blockchain applicata al giornalismo e a come difendersi dalle fake news sia ancora nella sua fase iniziale, la maggior parte degli esperti concorda sul fatto che abbia il potenziale per aiutare il flusso di informazioni e mitigare la diffusione della disinformazione.
Un articolo come questo, pubblicato con la garanzia di autenticità di IÈUMÌ, ad esempio, consente di tracciarne la fonte e il momento della registrazione in Blockchain.
Questo processo è di per sé una forte garanzia, in quanto, nel caso di notizia falsa, sarebbe semplice perseguire l’autore della disinformazione.
In sostanza, con IÈUMÌ chi pubblica se ne assume i meriti e le responsabilità.
Naturalmente, questo sistema sarà pienamente efficace nel momento in cui la comunità definisce gli standard e lo riconosce come strumento universale.
Una cosa è certa però, può essere sin da subito la soluzione per iniziare a ripulire l’ecosistema di informazioni e incentivare le persone a creare e condividere solo contenuti che soddisfino determinati requisiti.
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